Ozonoterapia

La tendenza della medicina moderna è quella di essere meno invasiva possibile, in modo da poter ridurre al minimo i rischi di una procedura chirurgica.

Tra le varie patologie che possono essere trattate in maniera meno invasiva le più frequenti sono le patologie degenerative della colonna vertebrale, come le protrusioni e le ernie discali.

Tra le tecniche non chirurgiche certamente l’Ozonoterapia rappresenta una di quelle con la maggior percentuale di successi.

L’Ozono presenta quattro azioni benefiche principali:

  • a contatto col nucleo polposo del disco innescano una serie di reazioni istologiche che riducono gli effetti che l’attacco del nostro sistema infiammatorio/immunitario producono al disco.
  • Ha un’azione antinfiammatoria diretta senza gli effetti avversi del cortisone.
  • L’iniezione diretta nel disco di ozono diminuisce la pressione intradiscale riducendone il volume e di conseguenza la pressione sulla radice nervosa.
  • Migliora la vascolarizzazione locale.

Attualmente le tecniche più utilizzate sono:

 

Tecnica intradiscale

Indicata in tutte le forme di protrusione discale con sintomi che non rispondono a trattamenti conservativi.

Sotto guida radiologica o TAC, in anestesia locale, viene inserito un ago nel disco protruso o erniato e viene iniettata una piccola quantità di Ozono che determina una decompressione del disco per disidratazione.

Le percentuali dei risultati positivi con remissione del quadro doloroso raggiunge l’85%.

 

Tecnica paravertebrale

È senza dubbio la tecnica più utilizzata, può essere facilmente eseguita in ambiente ambulatoriale, in mani esperte.

Il paziente viene posizionato con la schiena rivolta verso l’alto, si identifica la sede della protrusione o dell’ernia e viene somministrata una miscela di Ossigeno-Ozono nella muscolatura paravertebrale corrispondente.

La somministrazione avviene con aghi sottili, non risulta particolarmente dolorosa.

Richiede in media dalle 10 alle 12 sedute.

 

La percentuale di risoluzione del quadro doloroso è del 75-85%

 

Entrambe le tecniche non presentano particolari controindicazioni se non in caso di:

  • gravidanza;
  • infezioni locali;
  • sospetto di discite e spondilodiscite.